mercoledì 16 maggio 2012

"Il tempo della memoria"


   

Shoah: ricordare è fondamentale ma certo non basta!

’In maggio 1940 i bei tempi finirono: prima la guerra, poi la capitolazione,  l’invasione tedesca e l’inizio delle sofferenze di noi ebrei”.
Questo scriveva Anne Frank sul suo diario dal nascondiglio segreto, questo il senso della Shoah, termine usato per indicare lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Ben sei milioni di persone tra giovani, vecchi, neonati e adulti furono uccisi dalla violenza nazista, colpevoli solo di essere ebrei.
Gli alunni del Circolo hanno ricordato la Shoah, le leggi razziali, le persecuzioni di cittadini ebrei, ma non solo, anche di zingari, testimoni di Geova, neri, omosessuali, handicappati, segnando nella propria memoria il dolore provocato dalla follia umana, per evitare che ciò si ripeta.
Ricordare è fondamentale ma certo non basta, bisogna impegnarsi nella quotidianità e combattere il pregiudizio legato alla “diversità”, bisogna combattere la disuguaglianza e la discriminazione sociale, religiosa e politica, altrimenti il ricordo non servirà a nulla.

                                                                                                La redazione

Un testimone della Shoah


Grande avvenimento nel II Circolo Didattico. Quest'anno per la prima volta gli alunni delle classi quarte e quinte  hanno incontrato un vero testimone della Shoah.
Tutti gli anni parliamo dell'olocausto degli Ebrei avvenuto durante la seconda Guerra Mondiale, ma conoscere un sopravvissuto è stato davvero emozionante.
Giulio Levi, questo è il nome dello scrittore che ha presentato il suo libro autobiografico intitolato:
"1940-1945 GIOELE - FUGA PER TORNARE".
In questo libro racconta la sua infanzia e i viaggi avventurosi con la sua famiglia ebrea, per sfuggire alle leggi razziali.
Durante il dibattito, alla presenza della nostra dirigente e di tutti gli insegnanti, lo scrittore ha risposto a tutte le nostre curiosità, ricordando quei giorni attraverso gli occhi del bambino Gioele (a proposito, lo sapevate che Gioele è il nome Giulio tradotto in ebraico).
È stata un'esperienza davvero interessante che si è conclusa con gli autografi che Giulio Levi ha generosamente scritto sui nostri libri.

                                                                        Davide, Gaetano

                                        
                             
                                                                         La Shoah in poesia

Come tradurre l’atrocità della shoah in poesia ?
È quanto hanno fatto gli alunni delle classi IV e V che hanno partecipato a un percorso di poesia organizzato nel Circolo.
Un tema così forte come quello della shoah è stato tradotto con l’efficacia
del linguaggio poetico veicolato dall’intensità delle emozioni. I primi quattro classificati sono stati: Laura Pappapicco  (5°F-G),  Cristian Aluisio (5°E), Giuseppe Coletto (4°H), Filippo Gaudimundo (5°A-B).



         


SHOAH
Nei ghetti freddi e spogli
di ogni colore,
pieni di sguardi e di pianti innocenti,
di bimbi che non vedono più niente.
Il lavoro massacrante
e tutto è umiliante!
Persone che non hanno più nomi…
solo numeri,
quanti numeri!
Numeri vaganti tra il filo spinato,
ombre di una vita ormai finita.
Prati di fiori dai mille  colori,
caldi abbracci e spensierati sogni,
vorrei donare al triste ricordo
di un giorno buio
per tutto il mondo.
                              Laura  Pappapicco








                            

1 commento:

  1. E' bellissima la poesia di Laura e anche tutto il resto :) <3

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